Lettera di dimissioni.

Jan 13, 2017 2017-01-13T00:00:00+02:00 by Henry Triplette
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La psiche umana è un miracolo a se stante. La psiche umana è un costante alternarsi di diretti, ganci ed montanti. La psiche umana è un pugile intrappolato allo stesso ring per la vita. Un ring immerso nel silenzio, il silenzio idiota ed assoluto di qualcosa che combatte sapendo che non può andare al tappeto.

Dentro il cranio hai un pugile che incassa da una vita.

A volte le riprese volano. A volte le riprese durano un eternità ed i ganci cominciano a parlare. Smettono di esser semplici pugni, non li vedi ma li senti che sussurrano.

Sussurrano le cose più crudeli tu possa immaginare su te stesso.

Scatto finta Jab schivata altro jab schiva cazzo, schiva nocche che si tendono sul tuo plesso solare, entra in gioco la fisica, inerzia e conservazione del moto non respira flash neri ai margini del campo visivo, la fisica diventa biologia mentreil tuo corpo reagisce, incassa come può non respira barcolla barcolla punta i piedi e respira

L’immagine diventa in bianco e nero, senti i denti che si allentano, ginocchia bloccate, gambe di piombo.

Ti rendi conto che non sei un pugile.

Sei la scimmia che non deve costruirsi gli strumenti, perchè per qualche strano caso, la frutta che gli serve per vivere gli casca direttamente in mano.

Se il tuo lavoro da primate fosse lanciar merda, saresti stitico.

Sei una creatura così stupida da continuare a fissare lo schermo, mentre lo schermo gli ripete che l’unica soluzone dignitosa rimasta è morire in silenzio.

Lo ammetti quasi con sollievo, mentre con gli occhi cerchi un asciugamando da gettare in mezzo al ring. Facciamola finita, spegnamo le luci, torniamo tutti a casa e lasciamo che gli addetti alle pulizie facciano il loro lavoro.

Ma tu, su quel ring, sei solo. Nessuno ti guarda lottare, tutti ti guardano quando esci.

Cosa fai?

Ding.

Non è il combattimento che diventa più facile, sei tu che diventi più bravo.

Ding.

Ventottesimo round, primo inning, via

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